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Leggendo indagini e statistiche che circolano si rischia di rimanere perplessi; dalla sparizione nel 2011 di 23 mila aziende guidate da under 35 segnalato ieri da La Stampa che; riprendendo i dati elaborati da Infocamere; faceva notare come nello scorso anno il saldo sia stato negativo per oltre 9 mila esercizi; con grande perdita di attività nel settore della ristorazione.

A questi dati del 2011 vanno affiancati i dati di Unioncamere che alternano un saldo in negativo di 26 unità nel primo trimestre ad un saldo positivo di 31 mila aziende nel secondo trimestre 2012.

Dati e numeri; che al singolo lettore passata la perplessità dovuta al tourbillon quotidiano di dati e cifre di aziende ma anche di spread; aumenti e quant’altro pongono riflessioni semplici ma concrete. Gli interventi governativi di fine anno hanno scoraggiato tutte quelle piccole attività che incapaci di trarre redditi giustificabili al fisco han preferito gettare la spugna; sia negli ultimi mesi 2011 che nei primi del 2012. Nel secondo trimestre si è riaperta la spinta nel costituire nuove attività; con un bilancio positivo di 181 nuove aziende nella nostra provincia.

Ma proprio ieri viaggiando sulla statale che collega Alessandria a Novi Ligure; come succede su molte altre; mi sono soffermato sui nuovi cartelli di vendita o affitto apparsi su capannoni e strutture commerciali quasi a siglare la costante difficoltà della piccola impresa italiana che da fenomeno positivo unico in Europa pare stia diventando fastidiosa ad una visione europea più vicina alla grande finanza ed alla grande industria d’oltralpe.

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