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È sempre allarme ungulati per l’agricoltura alessandrina: in queste settimane un’elevata presenza di caprioli sta danneggiando gravemente l’intero territorio provinciale, con particolare incidenza nelle aree dell’ovadese e dell’acquese.
In particolare i danni si riscotrano nei vigneti e nei frutteti ma anche negli orti sia estensivi sia familiari: tutto ciò fa crescere l’esasperazione e il malumore degli agricoltori che si trovano impotenti a fronte di una presenza incontrollata di questa specie.
“Da tempo la Cia di Ovada – afferma Italo Danielli, presidente zonale – tiene alta la propria attenzione sulla problematica dei danni sempre più consistenti procurati dalla fauna selvatica su tutto il territorio”.
“La situazione si fa sempre più insostenibile – gli fa eco Alessandro Bonelli, presidente di zona della Cia di Acqui Terme – e, anche nell’acquese, i danni mettono sempre più a rischio la produttività dell’azienda e, di conseguenza, la garanzia del reddito”.
Questa situazione ha spinto le Cia zonali di Acqui Terme e Ovada ad una riflessione che trae le sue origini dal sempre più dilagante malumore, riflessione che ha portato ad una importante iniziativa.
“Abbiamo preso la decisione – evidenziano Bonelli e  Danielli – di lanciare una raccolta firme al fine di ottenere dalle istituzioni urgenti azioni atte a risolvere questo drammatico problema”.
Alla base della raccolta firme una serie di considerazioni: l’ormai impossibile coesistenza sul territorio rurale dell’uomo e delle attività agricole dovuto al numero crescente di caprioli e cinghiali; l’inconsistenza e l’inefficacia delle misure prese dalle Istituzioni per contenere il proliferare della popolazione degli ungulati (censimenti, monitoraggi, caccia di selezione, rimborso danni, reti antintrusione); la necessità di difendere il patrimonio paesaggistico e preservarne l’equilibrio naturale della fauna, della vegetazione che il proliferare degli ungulati e il conseguente abbandono dell’attività agricola mette a rischio; la necessità di ridurre il rischio che arrecano all’incolumità degli automobilisti; il rischio sanitario che questi animali arrecano; la necessità di evitare manifestazioni con azioni più eclatanti e pericolose atte alla legittima difesa del reddito derivante dalle attività agricole.
“Anche a livello provinciale – sottolinea Carlo Ricagni, presidente della Cia di Alessandria – l’attenzione è sempre alta, anche perché il problema dei danni da fauna selvatica interessa tutta la provincia. L’azione acquese e ovadese rientra in varie iniziative che la Confederazione sta mettendo in atto per tutelare il diritto a produrre degli agricoltori. Quindi ci sentiamo di sostenere in modo convinto questa raccolta firme chiedendo a Sindaci, amministratori locali, agricoltori e, più in generale, agli abitanti delle zone rurali di sottoscrivere questa petizione”.
La raccolta firme partirà nei prossimi giorni presso tutte le sedi Cia della provincia e nelle sedi comunali.

 

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