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Il Governo chiama all’ordine il paese con un decreto ministeriale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso gennaio, sul tema della tutela del territorio e del mare, imponendo in particolare un nuovo limite precauzionale per il cromo esavalente nelle acque potabili, fissato a 10µg/l invece che al generico 50µg/l per il cromo in toto (anche quello trivalente, non pericoloso). La provincia di Alessandria, a poche settimane dalla sua entrata in vigore (15 luglio, ma si prospetta una deroga sui tempi), pare rispondere in maniera flebile, con una parziale eccezione nel comune di Arquata Scrivia. Quest’ultimo, infatti, ha preso di petto la questione, che la vede in violazione del nuovo limite per 7µg/l, proponendo l’istituzione di un osservatorio ambientale. Il quale, tra i suoi vari compiti, dovrà occuparsi anche di monitorare il livello del cromo esavalente, elemento cancerogeno. L’iniziativa comunale dovrebbe vedere la partecipazione anche di ASL e Arpa. Un passo importante per mantenere alta l’attenzione su tale questione, ma da solo insufficiente per una risoluzione completa del problema, condiviso dall’intera provincia. A tale fine sarebbe necessaria la costruzione di appositi impianti di trattamento delle fonti acquifere, al momento inesistenti e dagli elevati costi di edificazione.

Stefano Summa
@Stefano_Summa