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La crisi del latte non nasce dal caso. A livello mondiale, europeo e italiano negli ultimi tempi è aumentata la produzione, i consumi stagnano, è finito il regime delle quote latte e molti allevatori hanno incentivato la produzione. A livello internazionale i prezzi sono più bassi rispetto al passato, mentre i costi di produzione in Italia sono più alti rispetto a quelli degli altri Paesi europei. Paghiamo di più l’energia (gas, luce, combustibili), spendiamo di più per la manodopera – non perché i lavoratori italiani siano retribuiti di più, ma perché i nostri oneri sociali sono più alti – paghiamo di più per gli affitti dei terreni e per comprare la terra. L’effetto combinato delle difficoltà di mercato e dei costi di produzione elevati si traduce in una perdita di competitività che penalizza i nostri allevatori.

I produttori di latte per uscire dalla crisi dovranno puntare, con il sostegno della Regione, alla ulteriore riduzione dei costi di produzione del latte alla stalla, a un miglior sfruttamento dei fondi comunitari, nazionali e regionali a disposizione del settore primario e, in particolare, del comparto lattiero-caseario, a un rafforzamento della cooperazione sana, che sappia guardare alle esigenze della produzione confrontandosi con il mercato.

Si dovrà cercare un’ulteriore valorizzazione delle produzioni a denominazione d’origine protetta che garantisca, nei fatti, un miglior apprezzamento della produzione, perseguendo una maggior tutela dalla contraffazione delle nostre produzioni, sul fronte interno e sui mercati internazionali. Ciò che serve è una vera tutela delle nostre produzioni. Occorrono controlli più accurati, non soltanto alle frontiere una volta all’anno, ma con verifiche quotidiane puntuali, partendo dalle banche dati per finire agli stabilimenti di produzione e ai centri di distribuzione.

Alla Regione Piemonte Confagricoltura chiede l’immediata convocazione delle rappresentanze degli industriali lattiero-caseari e della grande distribuzione organizzata. In particolare, per ciò che riguarda la GDO, Confagricoltura ritiene che il confronto sia indispensabile per impostare un processo di riequilibrio dei ricavi all’interno della filiera. A questo proposito rileva che nel 1997 il latte alla stalla era pagato circa 700 lire al litro e il prezzo del prodotto fresco pastorizzato al consumo era di 2.000 lire al litro, mentre oggi supera 1,50 euro (3.000 lire) al litro e, nella migliore delle ipotesi, il prezzo alla stalla arriva a 34/35 centesimi al litro (meno di 700 lire). Il prezzo della materia prima incideva dunque per il 35%, oggi invece la materia prima incide per meno del 20%.

Confagricoltura chiede inoltre di conoscere con urgenza i finanziamenti pubblici che sono stati erogati negli ultimi 10 anni a favore delle industrie lattiero-casearie operanti in Piemonte e i contratti di filiera che sono stati sottoscritti ai fini dell’ottenimento di tali finanziamenti, verificando il rispetto degli accordi.

Confagricoltura chiede altresì che la Regione concordi con le rappresentanze del mondo agricolo iniziative di promozione e di valorizzazione delle produzioni locali, attivando le opportune misure del Programma di Sviluppo Rurale. Al riguardo dichiara fin d’ora che presterà particolare attenzione alle misure relative al finanziamento degli stabilimenti e delle attività agro-industriali, affinché si realizzi completamente un armonico progetto integrato di valorizzazione dell’intera filiera, riconoscendo a tutti gli attori una adeguata remunerazione del proprio lavoro.

Confagricoltura chiede infine che la Regione si attivi nei confronti del Ministero delle Politiche agricole e del Governo per una pronta attuazione del “Pacchetto latte”.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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