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Come ogni anno in questo periodo, i Carabinieri dei Nas hanno intensificato le attività di controllo nella sicurezza alimentare: nelle ultime due settimane sono state ispezionate attività di produzione, commercializzazione, consumazione dei prodotti tipici delle mense e dei menù pasquali: dolci, pesce, frutta, verdura, salumi, formaggi, carne ma anche uova, colombe e dolci.
Se l’uovo di cioccolato migliore è quello “puro” che non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali e se fondente va scelto in relazione al contenuto di cacao che è preferibile sia sopra il 50 per cento, per quello di gallina è bene guardare sempre la data di scadenza e il codice stampato sul guscio che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie) mentre la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT) ed infine l’agnello italiano è meglio acquistarlo dagli allevatori o nei mercati di Campagna Amica dove l’origine è certa perché non è purtroppo obbligatorio indicarla in etichetta.
La carne di agnello è il piatto più presente sulle tavole della Pasqua ma non è ancora prevista l’obbligatorietà dell’indicazione di origine e c’è il rischio che vengano spacciati come Made in Italy prodotti importati dall’estero. “Quando è possibile – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – meglio rivolgersi direttamente agli allevatori o al macellaio di fiducia o acquistare i principali prodotti tipici nazionali, garantiti da disciplinari di produzione IGP”.

Le uova di gallina insieme alla data di scadenza hanno anche un sistema di etichettatura obbligatorio che consente di distinguere la provenienza e il metodo di allevamento con un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. A queste informazioni si aggiungono quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S).
“Per i tanti che approfittano dei ponti di primavera per recarsi in agriturismo – continuano Paravidino e Moroni – è fondamentale scegliere strutture in cui l’attività agricola sia ben visibile e dove l’accoglienza sia di tipo cordiale e curata direttamente dall’imprenditore agricolo o dalla sua famiglia ma anche di controllare il legame dell’azienda con l’attività agricola, il tipo di azienda e i prodotti coltivati direttamente e accertare che nel menu offerto siano indicati alimenti stagionali e tipici della zona”.
Meglio preferire le aziende che aderiscono a una associazione come Terranostra o Campagna Amica che sono segnalate dalle guide e, per gli amanti del computer, c’è anche la possibilità di navigare in internet sul sito www.terranostra.it.

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