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Anni di immobilismo e di tanti annunci seguiti da pochi fatti sembrano essere in procinto di terminare per Casalbagliano, sobborgo alessandrino recentemente sotto i riflettori della politica locale nelle ultime settimane. Un primo grande risultato del Comitato Casalbagliano. Esso, grazie alla sua costante attività di informazione e sensibilizzazione, è riuscito a riunire tutte le forze politiche cittadine in un incontro tenuto mercoledì scorso (nel corso del quale, dalla lettura di un relazione del Comitato stesso, è stata ventilata l’ipotesi di “raccogliere le firme per chiedere il distacco dal Comune di Alessandria“, per passare sotto quello di Oviglio, “già consultato e resosi disponibile”) e a ottenere ieri sera un’importante momento di confronto col Comune.

Opere idrauliche: c’è lo studio di fattibilità

Nell’ultimo consesso, s’è discusso del problema in cima alla lista delle rimostranze del Comitato: l’instabilità del sistema idraulico del sobborgo. A presentare lo studio di fattibilità, primo passo verso una possibile soluzione definitiva, erano presenti il sindaco Rita Rossa e il consigliere comunale Simone Annaratone, molto attivo negli ultimi mesi nell’occuparsi di Casalbagliano.

“Lo studio di fattibilità va nella direzione di affrontare il problema degli allagamenti”, ha detto il sindaco, “se esso sarà fattibile dal punto di vista pratico, ne scaturirà un progetto definitivo, dopo il quale sarà possibile realizzare tutti gli interventi”. L’autore dello studio è l’ingegnere Sandro Teruggi, tecnico e politico in qualità di assessore ai Lavori pubblici nell’attuale giunta comunale di Casale Monferrato.

“Una persona che ha collaborato col Comune anni fa per affrontare le problematiche della zona, competente sul tema”, lo introduce così il primo cittadino, il fautore del primo atto finalizzato a “capire le cause del problema e le possibili soluzioni, sulla base di un’analisi scientifica” a parere del consigliere Annaratone. Entrambi sono stati concordi nel ribadire che “non vi saranno interventi spot”, isolati gli uni dagli altri, bensì una serie di opere in grado di risolvere coerentemente tutte le complicazioni idrauliche del sobborgo.

Tre aree d’intervento: via Tagliata, via Oratorio e via Marinetti

Che cosa contiene esattamente lo studio di fattibilità? Alla domanda hanno risposto l’ingegner Teruggi e il suo collaboratore ing. Simone Moscardini. “I problemi sono fondamentalmente due”, ha esordito Teruggi:

  1. Nell’area Sud (via Tagliata), “esiste un bacino di scolo delle acque piovane, che scarica direttamente all’interno di Casalbagliano, provocando gli allagamenti”, ha sintetizzato Teruggi, mentre Moscardini è entrato un po’ più nello specifico: “Le ingenti quantità di acque meteoriche che cadono nei campi a monte del paese, ruscellano poi sulle carreggiate; in caso di temporale, l’acqua non si perde nel terreno, di natura argillosa, bensì viene intercettata da 2 pozzettoni con griglia, i quali vengono facilmente intasati. Da lì, le acque passano nelle fogne oltre portata e si spandono nel paese”;

  2. A Nord (via Oratorio e via Marinetti), spiega Teruggi, “le opere realizzate dall’Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) a tutela del Tanaro, cioè gli argini, da un lato hanno difeso il centro abitato dal fiume, dall’altro hanno peggiorato la situazione a sud (da via Tagliata in poi)”. “La stazione di sollevamento oltre argine ha bisogno di un potenziamento”, precisa l’ingegner Moscardini, “perchè il sistema arginale al tempo stesso fa da barriera idraulica per le acque del Tanaro e impedisce alle acque della fogna di entrare”.

Analizzate le criticità, quali sono le iniziative pensate per sanarle? Lo studio ne identifica tre:

  1. “In via Tagliata, è necessario intercettare le acque che si scaricano sull’abitato e, impropriamente, nelle fogne, scolmandole invece sulla rio della Ossa: lo si farà attraverso un nuovo sistema di canalizzazione a gravità, che prenderà le acque e le rispedirà nella sede naturale del rio, senza farle andare in fognatura”

  2. “Occorre intervenire in prossimità dell’argine all’altezza di via Oratorio, di concerto con l’Aipo, potenziando la stazione di sollevamento, alleggerendo il collettore con una fognatura esclusiva per le acque piovane e installare una nuova canalizzazione a gravità per alleggerire l’attuale portata delle fogne miste (cioè con acque piovane e quelle delle case)”.

  3. “In via Marinetti, bisogna adeguare il sollevatore, che alza le acque sopra l’argine, a valle del depuratore: da fare con tre nuove elettropompe di maggiore potenza e un nuovo gruppo elettrogeno, in grado di assicurarne un’alimentazione contemporanea e costante”.

Le osservazioni dei cittadini

“Questo incontro serve anche per raccogliere le vostre segnalazioni, di cui terremo conto”, ha affermato a un certo punto Rita Rossa. Alcuni abitanti del sobborgo hanno colto la palla al balzo, contestando innanzitutto il ruolo del rio delle Ossa come canale di scolo per l’area Sud. “Lì andiamo già a bagno col Bormida, senza una pompa di potenziamento e con l’arrivo delle acque piovane, la situazione non può che peggiorare”, il senso degli interventi di diversi cittadini prossimi al corso d’acqua. “Se esonda, vorrà dire che bisogna modificarlo, rendendolo più capiente, come è stato fatto per il rio Loreto a San Michele”, la replica di Sandro TeruggiSandro Teruggi.

Questo appunto sull’Ossa ha introdotto un altro elemento di critica del Comitato Casalbagliano verso l’amministrazione, già emerso nella riunione di mercoledì scorso, ripetuto ieri sera da Giovanni Gigantino e Marco Piacenza: “Perchè non avete coinvolto i cittadini, alcuni nati e residenti nel paese da decenni, nello stilare lo studio di fattibilità?”. “Senza un’analisi scientifica sui cui basarsi, ogni contributo sarebbe stato inutile”, ha risposto il sindaco, “la riunione di stasera (ieri sera, ndr) serve proprio per accogliere tutte le osservazioni, poi si potranno fare sopralluoghi nei punti più critici”.

Nel corso della serata sono emerse anche le tribolazioni che gli abitanti di via Vecchia dei Bagliani vivono per colpa di una fognatura progettualmente carente: “Andiamo a bagno per una chiusa di un ritorno di fogna che non c’é, in un canale che divide le case dallo scalo ferroviario. Costruito in cemento, dovrebbe far scorrere le acque; invece, crea un torrente che si alza in maniera incredibile, così si creano gli allagamenti”. Un ritrovato idraulico privo di accorgimenti, su cui Comune e Amag dovranno operare indipendentemente dall’iter degli altri interventi presentati, “ne parleremo a gennaio dopo le feste insieme ad Amag”, ha promesso il sindaco.

Quali tempi e quali costi?

L’apertura al dialogo costruttivo con gli abitanti e la dichiarata coordinazione tra i vari soggetti istituzionali coinvolti (Comune, Amag per la componente fognaria, Aipo e i progettisti dello studio) sono elementi positivi da annotare ma non sufficienti per dare sicurezza ai cittadini che, dopo decenni di inazione, qualcosa si farà. A preoccupare tutti sono i tempi e i costi dell’intera operazione. Rita Rossa ha affrontato di petto gli spinosi temi: “Abbiamo presentato ipotesi di intervento con la possibilità di introdurre modifiche: una volta trovata una dimensione definitiva, si potrà procedere con la preparazione di un progetto da mettere a iter, cercando di raccogliere i soldi necessari”. “I tempi sono dettati dalla legge”, ha continuato il sindaco, “ma sappiamo chi deve fare cosa, le risorse saranno già in un capitolo del bilancio 2017”, un punto ribadito anche dall’ingegnere del Comune Robotti.

Di quanti soldi stiamo parlando? Quasi un milione di euro, tra i 400.000 messi da Amag per la rete fognaria e la stazione di sollevamento, “investimenti importanti che non erano stati messi a bilancio”, ha detto l’ad Bressan, “spalmati su due anni”, e altri 400.000 sborsati dal Comune per gli interventi su via Tagliata.

Stefano Summa
@Stefano_Summa

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