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MILANO- Lele Mora è stato portato in carcere per ordine del giudice per le indagini preliminari Fabio Antezza nell’ambito dell’inchiesta di Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci sul fallimento della LM Management. Mora è stato arrestato nel pomeriggio di lunedì nel suo quartier generale in viale Monza a Milano. I magistrati gli contestano una distrazione da 8;5 milioni di euro. Il danno nei confronti dell’erario è stato quantificato in circa 16 milioni di euro. I SOLDI E LA FUGA – Nel motivare l’emissione dell’ordinanza cautelare; il gip di Milano ha sottolineato il pericolo di fuga dell’agente dello spettacolo che vive tra Milano e la Svizzera. Proprio in territorio elvetico; stando alla ricostruzione dei pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci; Mora avrebbe trasferito cospicue somme di denaro. All’agente dei vip la procura contesta anche di avere continuato a svolgere attività imprenditoriale nonostante il fallimento della LM Management e il suo fallimento personale; entrambi dichiarati dal tribunale di Milano. Dunque; le manette per Mora sono scattate in presenza del pericolo di fuga; di un inquinamento probatorio definito «di rilevante intensità» e del pericolo di reiterazione del reato; considerando anche i precedenti penali di Mora. «Una parte delle somme distratte – ricostruiscono i magistrati – è stata utilizzata dallo stesso imprenditore per effettuare rilevanti investimenti immobiliari». Per il gip; Fabio Antezza; Lele Mora; è una persona «dalla professionalità criminale». Per il giudice inoltre «è appena il caso di rilevare – si legge nell’ordinanza d’arresto – che le dichiarazioni rese da Mora non sono in concreto tali da attenuare il grado delle esigenze cautelari stante le descritte professionalità criminali e capacità economica di origine illecita “doppiate dall’attivita” di drenaggio di denaro anche successiva alla dichiarazione di fallimento» delle sue società. IL GIP – Il gip di Milano Parla di «tendenza (…) a delinquere» e soprattutto di «spiccate capacità e proclività a porsi anche contro la legge penale». Il giudice nel suo provvedimento argomenta che le esigenze cautelari tra cui il pericolo di fuga «di rilevante intensità»; si basano anche sulla «variazione dello stile di vita sopravvenuta a seguito dell’inizio delle indagini in combinato con la persistente elevata disponibilità di fondi ad onta dell’impossidenza» dichiarata da Mora durante gli interrogatori. Ha causato un danno ai creditori e al fisco che; «comprensivo anche di sanzioni e interessi» è; allo stato; «quantificabile in oltre 16 milioni di euro». Scrive ancora il gip di Milano. L’imprenditore viene accusato di aver distratto; in qualità di amministratore della Lm Management «un valore complessivo di 8.440.850 euro». In particolare; ricostruiscono gli inquirenti; Mora avrebbe dirottato dalle casse della società «importi dei pagamenti per fatture per operazioni inesistenti; pari alla somma di 3.381.850 euro; che venivano retrocessi; in contanti»; e di «aver distratto 5.059.000 euro dei pagamenti effettuati per conto della Immobiliare Diana Srl; in relazione all’ acquisizione degli immobili a quest’ultima intestati». Inoltre; scrive il Gip; Mora ha negoziato assegni circolari emessi da un conto intestato a Giuseppe Spinelli; tesoriere di fiducia del presidente del consiglio; Silvio Berlusconi; per 2.550.000 euro; oltre a un’altra serie di assegni per circa un milione di euro. Dagli atti di indagine; infine; sottolinea il giudice; emerge che «molti degli assegni sono negoziati all’estero»; in particolare in Svizzera dove Lele Mora «attualmente risiede e lavora» e per questo; indica il Gip; si «evidenzia la necessità di attivare in merito relative procedure rogatoriali». TENDENZA A DELINQUERE – Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Fabio Antezza parla di «tendenza (…) a delinquere» e soprattutto di «spiccate capacità e proclività a porsi anche contro la legge penale». Il giudice nel suo provvedimento argomenta che le esigenze cautelari tra cui il pericolo di fuga «di rilevante intensità»; si basano anche sulla «variazione dello stile di vita sopravvenuta a seguito dell’inizio delle indagini in combinato con la persistente elevata disponibilità di fondi ad onta dell’impossidenza» dichiarata da Mora durante gli interrogatori. LA SENTENZA – Il tribunale di Milano aveva già dichiarato il fallimento personale di Lele Mora e anche di una società immobiliare che a lui fa capo; la Diana di cui lo stesso Mora è stato definito il «dominus». L’agente delle celebrities; secondo quanto si leggeva nella sentenza del giudice Filippo Lamanna; versava «in un evidente stato di insolvenza» perché «tenuto conto che; pur essendogli stato concesso un termine di grazia nel corso del presente procedimento al fine di estinguere le sue obbligazioni; non ha potuto onorare il debito verso la LM Management srl; neppure nella misura di 1;2 milioni di euro da lui stesso riconosciuta; con ciò risultando inequivocabilmente dimostrato come egli non possa contare né su affidamenti e linee di credito da parte di terzi; né su mezzi finanziari propri per soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni». RUBY – La guardia di Finanza ha messo dunque le manette all’impresario dello spettacolo già coinvolto nel caso Ruby dove è imputato il presidente del Consiglio; Silvio Berlusconi. In quella vicenda Mora è accusato di essere uno dei procacciatori di escort per il premier. Infatti il 7 settembre scorso arrivò la sua iscrizione nel registro degli indagati insieme al consigliere regionale Nicole Minetti e del direttore del Tg4 Emilio Fede (favoreggiamento della prostituzione; anche minorile; nel processo parallelo a quello del premier).

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