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Per il terzo anno l’Azienda Ospedaliera ha accolto i cittadini che hanno inviato la loro candidatura per avere uno spaccato sulle attività aziendali.
Il focus individuato in occasione di questa terza giornata è stata la sicurezza, allo scopo di fornire un quadro complessivo di quante azioni siano necessarie per fornire un servizio sicuro ai pazienti. I cittadini che hanno aderito all’iniziativa sono stati 13.
L’ambiente ospedaliero è un luogo di per sé complesso e ad elevato rischio; si tratta di un “piccolo mondo” dove lavorano molte persone con professionalità differenti per curare pazienti, anche non autosufficienti, dove si usano impianti e tecnologie di elevatissima complessità. Quindi i pericoli e i fattori a cui sono esposti personale, pazienti e visitatori sono molteplici e insiti nella natura stessa dell’attività: per esempio, rischio di incendio, collegato all’utilizzo di apparecchiature elettromedicali tra cui quello elettrico; rischio biologico, rischio chimico, rischio trasfusionale, collegato all’utilizzo di farmaci, alla movimentazione dei carichi e dei pazienti, rischio infettivo.
L’Azienda ha tra i suoi principi la garanzia di un luogo sicuro per pazienti e operatori, ponendo in essere diverse iniziative per ridurre i rischi al paziente atte a prevenire il manifestarsi di eventi potenzialmente dannosi per i pazienti e minimizzare eventuali danni.
Dopo il saluto del direttore sanitario dr. Luciano Bernini, nel corso della mattinata sono stati illustrati, in particolare dal dr. Massimo Desperati, responsabile del rischio clinico, le attività messe in atto in Azienda per ridurre i rischi ai pazienti, mentre l’ing. Roberta Bellini, responsabile della struttura Sviluppo Strategico Innovazione e Qualità e responsabile della Trasparenza, ha chiarito l’importanza delle procedure e degli strumenti legati al sistema di gestione qualità aziendale.
Sono state visitate la struttura di Medicina Trasfusionale, dove il direttore dr. Roberto Guaschino insieme alla sua equipe, ha illustrato il sistema di governo del rischio da trasfusione attraverso la tracciabilità e l’identificazione del paziente e delle sacche, nonché il percorso di produzione del sangue e degli emocomponenti.
Il gruppo ha proseguito verso la Neurochirurgia, diretta dal dr. Andrea Barbanera, dove la caposala dr.ssa Elena Grassi ha spiegato in dettaglio come in reparto vengano messe in atto diverse attività per il controllo e il monitoraggio dei farmaci (somministrazione, prescrizione e conservazione) soprattutto di quelli ad elevato rischio, dei carrelli di medicazione, dei carrelli delle urgenze e dei presidi.
L’iniziativa è stata particolarmente apprezzata dai partecipanti, con la richiesta di ripetere iniziative analoghe, che rientrano in un’ottica di empowerment, ossia di informazione consapevole del paziente.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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