Il 16 giugno 2008 viene arrestato, su ordine della procura di Potenza, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla prostituzione e al falso, Vittorio Emanuele di Savoia.
Nell’ottobre dello stesso anno, dopo la scarcerazione, si confiderà così al telefono con un conoscente: « Questi giudici sono dei poveretti, degli invidiosi, degli stronzi. Pensa a quei coglioni che ci stanno ascoltando: sono dei morti di fame, non hanno un soldo. Devono stare tutto il giorno ad ascoltare, mentre probabilmente la moglie gli fa le corna ».
N.C.