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A Cascina Guarasca vicino alla fonte idrica del pozzo del Molinetto

I camion scaricano ma si tratta solo di rifiuti inerti?

Negli ultimi anni Spinetta Marengo è stata sinonimo di sfruttamento del territorio e inquinamento. Del sobborgo alle porte di Alessandria si è parlato a proposito dell’ex zuccherificio (prossimo al recupero da parte di Esselunga e Coopsette) e all’Ausimont, poi Solvay, che ha portato posti di lavoro ma anche lasciato gravi conseguenze sul piano ambientale.
In queste settimane un’altra vicenda ha agitato gli animi degli abitanti della zona. Trattasi, precisamente, della possibile apertura di una discarica d’inerti in località Cascina Guarasca. La decisione di trovare un terreno dove scaricare i rifiuti inerti e assimilabili di varie località dell’Alessandrino è stata presa da Aral, con parere unanime, nell’assemblea dei soci del 30 giugno 2010. La sede della discarica dovrebbe essere un’ex cava in Strada Bolla, situata in un’area prettamente residenziale e agricola. Poco distante da essa ci sono il pozzo del Molinetto, importante fonte idrica salvaguardata dalla D.D. Regionale n.230/2010, e il noto ristorante/resort “La Fermata”. In seguito all’emergere di diversi dubbi sulla sua realizzabilità, la conferenza dei servizi della Provincia del 17 ottobre 2013 ha deciso di prorogare la discussione sul progetto. Scelta identica è stata adottata in seguito da Aral, che ha chiesto una sospensione di 60 giorni dell’iter d’autorizzazione.
È così saltata la seconda conferenza, quella del 18 marzo. Cresce il malumore degli abitanti di Spinetta, come dimostrano le 2000 firme raccolte per dire no alla discarica. Il timore  del comitato di opposizione, espresso da Tino Balduzzi nella riunione del 26 marzo all’ex Taglieria  del Pelo di Alessandria, è che possa arrivare qualcosa in più dei rifiuti inerti. È possibile, secondo lui, che la nuova discarica possa ospitare le terre di scavo provenienti dai cantieri del Terzo Valico. Quello che è detto “smarino” potrebbe contenere, oltre a sostanze inquinanti per il supporto alla scavatura, anche amianto.
Esponenti contrari alla grande opera hanno più volte citato studi su alcuni tratti della futura linea ferroviaria, che dimostrerebbero la presenza delle fibre del minerale reso famoso dalla tragedia di Casale Monferrato. Recentemente Claudio Lombardi, assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, ha ricordato la delibera comunale n°108 del 21 luglio 2003, aggiornata il 22 maggio 2006, che vieta che in zona si possa stabilire attività produttive e di gestione rifiuti ad alto impatto ambientale. Per esse si deve richiedere la procedura di valutazione d’impatto ambientale. Angelo Malerba del Movimento 5 Stelle, però, ritiene che la delibera non sia sufficiente perchè “interpretabile in vari modi”.

 
Stefano Summa

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