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Il gruppo Marcegaglia BuildTech ha annunciato poche settimane fa la chiusura dello stabilimento di Milano, situato in viale Sarca, nell’ex area industriale a ridosso di Sesto San Giovanni, e propone ai 169 addetti di trasferirsi nella sede industriale di Pozzolo Formigaro, che fino a 12 mesi fa pareva prossima alla chiusura. Insomma, si prospetta un cambio di scenario per lo stabilimento alessandrino, che entro fine anno potrebbe diventare il punto di riferimento per la produzione di lamiere e pannelli di acciaio a livello nazionale. Il condizionale in questo caso, è comunque, d’obbligo. I sindacati si sono infatti opposti alla proposta di Emma Marcegaglia, oggi presidente di Eni, che vorrebbe chiudere la sede milanese dell’impresa a fine anno. Una soluzione non facile per i 169 lavoratori dello stabilimento lombardo, che dovranno scegliere se accettare il trasferimento a Pozzolo o la cassa integrazione.
“La produzione di pannelli per l’edilizia industriale continuerà a Pozzolo proprio per salvaguardare il posto di lavoro ai nostri 167 dipendenti. La decisione di trasferirci e di non chiudere è stata presa con grande senso di responsabilità sociale proprio per garantire l’occupazione in un momento di grande crisi per il settore della siderurgia e dell’edilizia industriale”, spiega in una nota il gruppo Marcegaglia, accusato dai sindacati di “dismettere” lo stabilimento milanese – situato in zona Bicocca, sede molto appetita da centri commerciali e uffici commerciali – per aumentarne il valore commerciale al momento della cessione.

Luca Piana

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