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Reparti trasformati in servizi ambulatoriali, un solo medico di turno in medicina generale, perdita di ulteriori posti letto.
A denunciare la situazione è il Comitato per la Salute di Acqui Terme. In città c’è preoccupazione per l’ospedale “Galliano” verosimilmente paragonato sempre più ad una persona anziana che perde “colpi”.
Al centro del dibattito ora è il servizio Urologia, a rischio per il pensionamento del primario.
“E’ ormai prossimo il pensionamento del responsabile di Urologia e i due medici rimanenti non saranno in grado di garantire le attività neppure per i soli giorni feriali” fanno sapere dal Comitato.
Sugli altri fronti i Sindaci del territorio si sono riuniti in vari appuntamenti per dimostrare la contrarietà al nuovo piano di riordino della rete ospedaliera che penalizza Acqui con la chiusura del Dipartimento di Emergenza e Accettazione (D.E.A.). Il Sindaco di Acqui si è fatto portatore del problema con la raccolta di circa 20 mila firme grazie all’impegno di cittadini e altri Sindaci del territorio.
Per ora c’è solo l’ipotesi di collaborazione tra gli ospedali di Acqui e Alessandria per i reparti di Cardiologia, Anestesia e rianimazione e Radiologia ma la situazione potrebbe essere anche diversa.
L’assessore comunale Guido Ghiazza avverte che possibili soluzioni di trasferimento potranno essere individuate anche nel nosocomio di Casale Monferrato.
Le eventuali decisioni in merito verranno assunte dalla nuova dirigenza aziendale vista l’imminente scadenza del direttore alla sanità Paolo Marforio.

Giampi Grey

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