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In tempi di crisi ogni euro risparmiato rappresenta un guadagno per tutti, dalle singole famiglie alle amministrazioni comunali del territorio.
Ed è proprio per questo motivo che da alcune settimane nella zona del Basso Monferrato al confine con la Liguria si parla con insistenza di “recuperare” le piccole stazioni ferroviarie impresenziate per offrirle a enti, associazioni e no profit. A farsi avanti in queste ore c’è soprattutto Ovada (che ha ben tre stazioni nel suo territorio) ma non si esclude che a breve se ne aggiungano altre nell’Alessandrino. Anche perché in quella zona ci sono diversi locali che un tempo erano utilizzati dal personale ferroviario, mentre oggi in alcune stazioni non passano neanche più i treni di linea (sulla Ovada-Alessandria per esempio). Così RFI ha deciso di cedere in comodato d’uso per un periodo dai 5 ai 9 anni i locali delle piccole stazioni a bassissima frequentazione per destinarli ad attività sociali, culturali, di assistenza e così via. In cambio, è richiesto che l’ente o l’associazione si faccia carico della piccola manutenzione, della guardiania e della pulizia del fabbricato. In questo modo, la collettività viene arricchita di strutture di servizio e si garantisce un “presenziamento indotto” della stazione, con positivi effetti anche in termini di qualità e decoro. Attualmente, sono circa 370 i comodati d’uso stipulati in tutta Italia.

Luca Piana

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