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Come turisti alla scoperta e riscoperta di un’Alessandria poco conosciuta e spesso dimenticata

Cinque itinerari dal Medioevo al Novecento attraverso anche Santa Maria di Castello, la chiesa di San Francesco, Santa Maria del Carmine

Da cittadini alessandrini abbiamo deciso di diventare turisti della nostra città, nella speranza di poter trovare alcuni luoghi artistici e culturali da poter visitare. Nell’intento di portare a termine la nostra missione, abbiamo trovato un libretto riportante cinque differenti percorsi turistici che la nostra città offre. I percorsi sono suddivisi per secoli: dal Medioevo al Novecento. Leggendo le descrizioni e guardando le foto, abbiamo deciso di parlare del primo, perché corrisponde alle origini della città.
Il percorso medioevale inizia con la chiesa di Santa Maria di Castello -IX sec.- (1), situata nel quartiere Rovereto, al tempo cuore della città. Alessandria in quel periodo fu sede di importanti ordini religiosi, che permisero l’edificazione delle chiese di: San Francesco – XIII/XIV sec.- (3), sede dell’antico insediamento dell’Ordine dei Francescani e portata a termine nel 1314; Santa Maria del Carmine (5), edifico a tre navate, eretto dai carmelitani tra il Due e il Trecento; Duomo di San Pietro.
I monaci e i laici dell’ordine degli Umiliati si specializzarono in attività manifatturiere e consentirono l’edificazione di cinque opifici, dei quali resta il Tinaio, detto appunto “degli Umiliati” – XII sec. – (2).
Il centro del potere politico della città trovava collocazione nell’odierna “Via Migliara, 28”. Il nome dell’edificio era “Palatium Vetus” (4). Costruito intorno al 1170, ha subito rilevanti modificazioni a scopo militare e di civile abitazione.
Nicolao, esponente dell’importante famiglia mercantile cittadina, fece edificare nel XV secolo il “Palazzo degli Inviziati” (6) che presenta splendidi soffitti a cassettoni ed i ritratti dei vescovi alessandrini.
Madonna-del-LatteEretta nel 1391, dopo la battaglia che vide l’esercito alessandrino sconfiggere le truppe francesi, la chiesa di San Giacomo della Vittoria (7) è dimora dell’importante affresco della “Madonna del latte” (1395) attribuito al pittore lodigiano detto “Maestro di Ada Negri”.
Il percorso trova riscontro nei cartelli turistici ubicati in prossimità dei punti d’interesse di maggiore importanza, corredati da descrizioni e cenni storici.
Molti dei “monumenti” sono poco conosciuti e, a prima vista, non sembrerebbero degni dell’attribuzione di tale appellativo. Eppure è di storia che si tratta e, benché sia difficile da credere, anche la nostra città ne possiede una.

 
Giada Guzzon

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