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L’Associazione “Fulvio Minetti” Onlus, rappresentata dalle dott.sse Francesca Biolatto (presidente della onlus) e Valeria Ghelleri (coordinatrice infermieristica), ha accolto ZappingNews per parlare delle sue attività e in particolare dell’hospice “Il Gelso”.

Quando e come è nata l’Associazione “Fulvio Minetti” Onlus?
L’associazione è nata nel 1993 per volere di alcuni medici e infermieri allo scopo di assistere i pazienti in fase avanzata di malattia oncologica. Concepita come iniziativa volontaria, si prefissava di fornire un modello di supporto ai degenti e ai loro familiari, simile a quello dei paesi anglosassoni. Per molti anni varie associazioni benefiche hanno sostenuto questo progetto attraverso una quota dei finanziamenti destinati al polo oncologico. Nel 1999 la legge Bindi istituzionalizzò questo tipo di assistenza. L’ASL locale ha sempre appoggiato tale servizio di cure domiciliari e in seguito la creazione dell’hospice. Le associazioni si sono impegnate a lungo nella formazione professionale dei sanitari e dei volontari, caratterizzata da un’alta valenza assistenziale.

Attualmente qual è l’apporto dell’Associazione alle attività de “Il Gelso”?
L’Associazione sta al fianco dell’hospice cercando sovvenzioni, vitali nell’attuale crisi economica. Buona parte è destinata all’istruzione degli operatori e all’acquisto di beni per la struttura (nel 2011, con l’aiuto dell’Associazione “Alioscia Ferrari”, è stato comprato un ecografo da 17.000 euro).

charlieSono previsti a breve ulteriori interventi in questo senso?
Al momento l’obiettivo dell’associazione è di ampliare la pianta stabile del personale attraverso corsi di formazione al fine di utilizzare altri 5 posti letto, ora inoccupati, oltre agli 11 già attivi. Con l’apporto di docenti interni ed esterni alla struttura, saranno indetti due corsi, uno per 30 persone destinato alla specializzazione di nuovi infermieri e operatori socio-sanitari, l’altro aperto ai volontari non professionali.

Qualche mese fa, l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Paolo Monferino, ha affermato a titolo personale la sua contrarietà all’esistenza degli hospice, definiti posti dove si mandano i pazienti dicendogli che sono morti.
L’assessore probabilmente si è fatto sfuggire di bocca queste parole, tanto che dopo le ha rettificate. Egli non era consapevole del compito fondamentale che questi centri svolgono nella cura dei pazienti, i quali non sono mandati qui a morire ma a vivere gli ultimi giorni. Leggendo il “diario di bordo” con i ricordi di chi ci è passato, è possibile capire come gli hospice siano indispensabili, soprattutto per chi non ha l’opportunità a vario titolo di potersi occupare dei propri cari.
Peraltro, l’hospice non grava eccessivamente sulla Regione Piemonte (258 euro al giorno contro i 500 spesi negli ospedali) perché si tratta di una struttura a basso valore tecnologico e ad alto valore assistenziale. Non ci sono macchinari costosi, contano più le risorse umane, che offrono soccorso sanitario di base ai pazienti e sostegno psicologico ai loro familiari.

Quali saranno le prossime iniziative promozionali dell’Associazione?
Quest’anno festeggeremo il ventennale dell’associazione tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. A ottobre sarà presentata una mostra e, probabilmente, una raccolta di racconti basati sui vissuti all’hospice.

Come contribuire all’Associazione?
Si può destinare il proprio 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi.

In conclusione, presentateci il “padrone di casa”, cioè Charlie.
Charlie è un cane, donato all’hospice da un medico dell’Oncologia, ormai parte dell’equipe. Con rara naturalezza e senza alcun addestramento, individua le famiglie che accettano volentieri il suo caloroso conforto e resta al fianco dei pazienti fino all’ultimo. A volte ad aiutarlo nella Pet Therapy arriva Gilda, golden retriever regalo della veterinaria regionale.

Si ringraziano le dott.sse Gabriella D’Amico e Antonella Cassinari.

Stefano Summa

@Stefano_Summa

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