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Felicia Broda e Giulio Coppi a confronto. Le voci delle due fazioni sulla realizzazione della struttura per l’integrazione sul territorio

Raccolta firme e esempi culturali già sperimentati nella diatriba. L’Italia ancora lontana dalla multietnicità

Negli ultimi mesi si è spesso parlato della possibile apertura di un centro culturale islamico a Novi Ligure. Ben presto si sono formate due fazioni, una a favore e una contro. Abbiamo sentito i principali sostenitori di queste rappresentanze: l’assessore Felicia Broda e Giulio Coppi, promotore dell’ormai popolare raccolta firme.

In che modo il comune si è impegnato, fino ad adesso, nella realizzazione della struttura per il centro culturale islamico? E come hanno reagito le altre parti?

Broda: Il Comune ha firmato una convenzione con la comunità musulmana in cui si definiscono obiettivi e impegni reciproci, tendenti ad una sempre più proficua integrazione culturale. Ciò è avvenuto dopo che la Comunità si è costituita in Associazione, con un regolamento ufficiale.

Coppi: Nel provvedimento l’amministrazione comunale pone le premesse perché si addivenga alla creazione di una struttura finalizzata all’apertura del Centro con annesso luogo di preghiera (moschea). Noi non siamo contrari per una posizione di principio, ma vogliamo che siano meglio precisate le intenzioni dei richiedenti e chiediamo risposta ad alcuni quesiti: Da dove arrivano le ingenti somme indispensabili alla realizzazione di tale progetto islamico? Chi controllerà le attività citate in delibera? Chi garantirà che il centro non subisca le sorti di tanti altri centri islamici sparsi sul territorio italiano, ove si parla e si insegna esclusivamente lingua araba, si professano esclusivamente cultura e religione islamica, nonché si pratica l’intolleranza verso altre religioni?

Crede che questo centro favorirà l’integrazione fra le comunità?

Broda: Se non avessi creduto fermamente che la creazione di questo Centro non avesse favorito il processo di integrazione tra i cittadini novesi e la Comunità, non mi sarei certo adoperata affinché questo progetto trovasse la dovuta conclusione. Desidero ricordare che affrontiamo soprattutto il tema della libertà religiosa, sancito dalla Costituzione e così ben rappresentato nel convegno promosso dalla Consulta di Bioetica di Novi Ligure.
Coppi: Occorre ricordare quanto sostengono illustri studiosi dell’Islam a proposito della considerazione delle altre religioni da parte dei musulmani. Non esiste certezza che il processo di integrazione culturale possa essere affrontato con sufficiente serenità da parte di chi appartiene ad un credo che di per sé è assolutamente esclusivo nei confronti di altre confessioni. Il pericolo che viene rappresentato dalla minaccia di cambiamento di fede religiosa è sempre molto presente nel mondo islamico.

Crede che la cittadinanza novese sia a favore di questo progetto?

Broda: Io credo che i novesi, come sempre, siano cittadini che giustamente si informano e riflettono ma poi, soprattutto in tema di diritti civili, siano sempre stati di esempio; ne è dimostrazione il centro culturale esistente in Via Cavour. In conclusione, ricordo che in Italia sono circa 700 i centri culturali di questo tipo, solo in Piemonte ce ne sono 43, di cui 7 nella nostra Provincia. Le Moschee in tutta Italia sono 5.
Coppi: Il tangibile segno nella raccolta di firme ci dà la certezza che la proposizione di un referendum cittadino, da indirsi secondo le regole dello Statuto comunale, sarà in grado di portare a conclusione un vero processo democratico sull’argomento, portando i cittadini ad una democratica e responsabile scelta.

 

Alice Porotto

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