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La storia di Martina Fierro che della disoccupazione ha fatto un punto di partenza

Un centro di ascolto per guidare le donne

Tra i tanti giovani che prendono in considerazione un’esperienza all’estero, non dimentichiamoci di chi vuole rimanere nel Bel Paese.
Martina Fierro, nata e cresciuta ad Alessandria, al momento non ha nessuna intenzione di spostarsi dalla sua città. “Ci voglio provare, mi viene proprio… dal cuore! Voglio investire sul mio territorio. Anche io avrei potuto partire, ma voglio che rimanga qualcosa nel mio posto. Qui so cosa manca, cosa ci vorrebbe e cosa c’è già. E poi sento che è il momento giusto: se non lo faccio adesso, quando?”.
Nulla da ridire su chi sceglie di andarsene, comunque: “È giusto che ognuno segua la sua essenza, soprattutto se non c’è soddisfazione o valorizzazione di ciò che si fa. E poi credo nel cambiamento, mai nell’immobilità”.
Laureata a Pavia, in Ostetricia, Martina ha ricevuto la borsa di studio Memole, promossa dalla sua Università in memoria della studentessa Francesca Maddaluno, morta prematuramente. Interessante è il fatto che la borsa di studio sia attribuita non solo per meriti accademici, ma anche per lo spirito e la goliardia del candidato. E proprio con la sua energia, Martina, insieme con la psicologa Cinzia Dall’Angelo e la dietista Giorgiana Talpo, ha creato una serie di appuntamenti con il nome “Racconti di donna”.
Gli incontri hanno l’obbiettivo di seguire la donna nelle diverse fasi della vita.
Un incontro al mese, per “Riprenderci uno spazio femminile di condivisione, discussione e di crescita personale”. Parallelamente, c’è il percorso di accompagnamento alla nascita “Dolce attesa”, di nuovo in collaborazione con la dietista Talpo. (Per maggiori informazioni, visitate la pagina Facebook e il sito www.dietistatalpo.it/incontri/dolce-attesa).
Sul concetto di accompagnamento, Martina precisa che “Già quando studiavo mi appassionava: come ostetrica mi piace l’idea di far nascere una mamma, oltre al bambino”. In mezzo a tutte queste iniziative, inoltre “Faccio volontariato e cerco di capire che tipo di ostetrica voglio essere: ospedaliera, libera professionista…”, ci racconta Martina. “Nel futuro mi piace immaginarmi a lavorare in diversi ambulatori, dedicati alle esigenze di madri, figli, nonne, papà, e con la speranza di fornire tanti servizi sul territorio”.

Ilaria Zanazzo

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