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Associazione   “Tartamondo” – Informare ed educare correttamente sui simpatici carapaci significa quasi sempre salvar loro la vita.

L’associazione “Tartamondo” onlus, con sede a Castelnuovo Bormida, in provincia di Alessandria, è stata fondata nel febbraio del 2010 dal presidente Rino Sauta e sua moglie Ivonne, nel tentativo di fornire aiuto, sostegno e dimora ad animali vittime dell’ignoranza ed appartenenti a quella che, purtroppo, viene considerata una sotto-categoria animale: i rettili.

Appassionata ed ambiziosa, la coppia di sposi impegna tempo, fatica e denaro, per diffondere informazione e per promuovere un’iniziativa che al momento é soltanto ricca di sacrifici. Sacrifici che si traducono in soddisfazione quando, durante le campagne di sensibilizzazione, i due fondatori leggono negli occhi del loro pubblico, stupore e meraviglia.

Quali sono i principali compiti del vostro centro e quanti animali ospitate?

Lo scopo della nostra fondazione é  di essere un punto di riferimento, informare e prestare soccorso e sostegno agli animali in difficoltà.
Attualmente ospitiamo circa un centinaio di animali, tra cui: trentanove specie esotiche diverse, particolari esemplari entomologici e circa venti specie di tartarughe.

Quali sono i rischi derivati da una scorretta detenzione e dall’abbandono delle tartarughe?

Alle tartarughe occorre spazio in cui muoversi: un giardino per le terrestri ed un laghetto per le acquatiche. La maggior parte delle tartarughe, quando aumenta di dimensioni, viene abbandonata. I luoghi prescelti sono principalmente fontane e fiumi. Quando una tartaruga viene gettata in una fontana, aumenta il rischio di essere vittima di infezioni, fame e, nel peggiore dei casi, di diventare il pasto di una cugina più grande. Se, invece, viene abbandonata nei fiumi, intercorrono rischi maggiori, soprattutto per il forte impatto ambientale che la presenza di un animale estraneo esercita nell’habitat, poiché adattandosi, danneggia il territorio.

Grazie alle mostre didattiche ed alle campagne volte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, siete riusciti ad essere portavoce di molti animali vittime dell’ignoranza.

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Quali sono i traguardi raggiunti e quali, invece, le speranze per il futuro?

Attualmente, grazie al servizio pensione, alle adozioni ed alle mostre didattiche, siamo riusciti a trasmettere il nostro messaggio nel nord-ovest d’Italia.  Diversi progetti attendono di essere realizzati (come l’iniziativa “T.S.T.S”: “Ten Spieces To Save” -dieci specie da salvare-)  ma, purtroppo, non vi sono molte porte aperte. Abbiamo soci distribuiti in tutto il territorio nazionale e alcuni contatti all’estero. Progettiamo di creare un giardino permanente (previa approvazione comunale e cessione di uno spazio) affinché possa diventare un punto di riferimento che permetta di integrare turismo e studio e per questo facciamo un appello al sindaco: potremmo pensare di manutenere un’area della Cittadella per esempio.
Il centro educativo “Il Giardino delle Tartarughe” si presenta come iniziativa unica in Italia nel suo genere.

Quali sono i punti di forza che lo contraddistinguono?

“Il Giardino delle Tartarughe” fa parte dei progetti che abbiamo intenzione di realizzare. Sarà costituito da un percorso didattico, con mostra espositiva di tartarughe autoctone e alloctone. L’obiettivo è far conoscere il mondo di questi fantastici animali, dalle caratteristiche poco conosciute, unendo l’apprendimento al divertimento.

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Avete parlato del progetto “T.S.T.S”, come si è arrivati al rischio di estinzione di molte specie di tartarughe?

A causa della disinformazione. Molte persone non sanno che una tartaruga acquatica ha una vita media di circa sessant’anni, mentre le tartarughe terrestri sono secolari. Quando si preleva una tartaruga dal proprio habitat naturale, le si impedisce di riprodursi, interrompendo, così, il progredire della specie. Va inoltre detto che l’uomo, con l’inquinamento, il bracconaggio e la distruzione dell’habitat, non è certamente utile.

Parlano con passione di un argomento a loro caro, nella speranza che possa diventare un interesse comune. Nei loro occhi traspare la stanchezza dovuta al peso dei sacrifici. È un’occasione offerta anche ad Alessandria: divenire il primo polo in Italia sviluppando l’attrazione dei turisti e lo scmbio con gli studiosi del settore di tutto il mondo.

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