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Difficile il reperimento di aquirenti disposti a investire grandi cifre in attività che sono giganti dormienti della città termale

Addio all’Alberghiera e forse alle Terme, in rosso da troppo tempo

Le Terme sono il motore trainante della città, eppure costano un milione di euro l’anno. L’alberghiera rappresenta il fiore all’occhiello della città di Acqui, ma in perdita perché senza finanziamenti. L’enoteca regionale “Acqui Terme & Vino” rappresenta i vini pregiati piemontesi e, dopo una fase travagliata, ora è in attivo. La società del trattamento rifiuti ha incrementato la sua offerta ed è forse l’unica che da tempo ha un bilancio positivo. Terme ed Alberghiera, come l’enoteca e Srt alcune delle società a carattere pubblico il cui capitale sociale è detenuto, seppure con quote differenti, dal Comune di Acqui. Ma da qualche anno le società partecipate sono nel mirino della “spending review” e l’ente pubblico, come tanti comuni italiani sotto i 30 mila abitanti, dovrà dismettere o liquidare le partecipazioni di queste società entro il 31 Dicembre 2013. Lo stabilisce una norma, contenuta nell’articolo 14 comma 32 del dl 78/2010, la cui portata è apparsa poco chiara fin dalla sua emanazione, è stata oggetto di numerose interpretazioni creando non poche difficoltà applicative in capo agli enti locali. Ed in effetti nel marasma più totale emerge che non tutte le partecipate seguiranno lo stesso iter. Anzi, coloro che avranno, a fine anno, il bilancio in utile negli ultimi tre esercizi e non abbiano subito, nei precedenti esercizi, riduzioni di capitale conseguenti a perdite di bilancio o non abbiano subito, nei precedenti esercizi, perdite di bilancio in conseguenza delle quali il comune sia stato gravato dall’obbligo di procedere al ripiano delle perdite medesime, potranno salvarsi dal provvedimento. Dunque potranno ancora essere detenute dai vari enti comunali, anche quelli più piccoli ma, il Comune di Acqui dovrà studiare il modo per eliminare le partecipazioni in Terme s.p.a. e Alberghiera, le uniche due in rosso da tempo. E se il comune non adempirà, il Prefetto, investito di poteri speciali, interverrà con una diffida ad adempiere in un determinato tempo, trascorso il quale se il Comune sarà ancora inerte, interverrà un commissario ad acta con poter sostitutivi. In queste settimane l’amministrazione sta trattando il tema con molta cautela anche perché il problema è molto semplice: come si fa a vendere delle quote che valgono migliaia (la quota dell’alberghiera tocca i 200 mila euro) o di milioni euro (nel caso delle quote terme che ne vale oltre il milione) in così poco tempo ea chi? Il Sindaco Bertero e la sua maggioranza hanno aperto un confronto anche con i gruppi di minoranza perché la scelta dovrà essere condivisa da tutti.

Giampi Grey

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