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Definirla storica è quasi un eufemismo. Perché oggi, a 160 anni dalla sua fondazione, l’azienda, anzi il solo nome ‘Borsalino’, in Italia e nel mondo è sinonimo di cappelli di alta qualità nonché garanzia di artigianalità 100% made in Italy. Dichiarata fallita per motivi esclusivamente finanziari e non di mercato, tuttora infatti l’appeal del marchio non è in discussione e le commesse non mancano, la società piemontese continua a produrre i celebri cappelli in feltro nello storico stabilimento di Spinetta Marengo (Alessandria) nell’attesa che si pongano nuove e più solide basi societarie sulle quali costruire un futuro stabile e ancor più di successo. Coinvolta nel maxi-crac dell’astigiano Marco Marenco, sotto la cui gestione si sono creati più ‘buchi’ che cappelli, Borsalino tenta ora di ripartire attraverso una procedura d’asta competitiva. La curatela fallimentare, nell’ambito del programma di liquidazione approvato dal Comitato dei Creditori e autorizzato dal Giudice, ha stabilito la vendita dell’azienda ‘Borsalino Giuseppe & Fratello Spa’ in blocco mediante la raccolta di offerte vincolanti di acquisto. Da pochi giorni il portale Industrial Discount (industrialdiscount.it), sito web del network It Auction, piattaforma leader nell’organizzazione e gestione di procedure e aste competitive on line, ha aperto i termini per la raccolta delle offerte. In vendita, a partire dal prezzo di perizia di 7.814.496,97 euro, un unico lotto comprensivo dello stabilimento produttivo funzionante (compresa la forza lavoro), dei locali commerciali di Corso Roma ad Alessandria, oltre ai beni mobili. Per manifestare interesse e partecipare alla procedura competitiva on line è sufficiente collegarsi a questo link registrarsi e scaricare documenti e bando di vendita. Tutte le offerte pervenute, purché valide e con un prezzo non inferiore alla cosiddetta ‘Offerta Base’, saranno in gara competitiva tra loro. Le offerte vincolanti dovranno pervenire entro il termine perentorio delle ore 16:00 del giorno 12 luglio 2018.

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"