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1994 – 2014. Nel ventennale dell’alluvione che colpì duramente il Piemonte, causando 70 vittime e 2.226 sfollati nel solo bacino del Tanaro, molti sono ancora gli interventi di prevenzione per scongiurare nuove calamità legate ai fiumi. L’importante lavoro di Agronomi e Forestali nella prevenzione delle esondazioni.

La Federazione Interregionale dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Valle d’Aosta intende partecipare al dibattito suscitato dal triste anniversario diffondendo un’informazione corretta a proposito della buona gestione dei fiumi e delle loro rive. «Insieme a ingegneri e geologi siamo le uniche categorie professionali incaricate del controllo e della supervisione dei fiumi nell’ottica della prevenzione di alluvioni – spiega Fulvio Anselmo, Dottore forestale esperto nel campo della pianificazione e riqualificazione fluviale –.Uno dei nostri compiti è quello di gestire un aspetto spesso sottovalutato, ma in realtà estremamente importante: la vegetazione che cresce lungo gli argini dei fiumi che può fungere al contempo da elemento di contenimento di una piena oppure causare un’esondazione».
Gli alberi e gli arbusti che crescono sulle rive dei fiumi sono elementi di fondamentale importanza poiché consolidano le sponde, depurano le acque del corso, forniscono rifugio e cibo alla fauna e abbelliscono il paesaggio. Ma allo stesso tempo vivono in un ambiente ostile a causa delle naturali evoluzioni del fiume e delle meno naturali fonti di inquinamento, che possono provocarne lo sradicamento e la morte creando materiale per l’ostruzione dei corsi d’acqua o il rallentamento eccessivo delle acque. «Anche per questi motivi è fondamentale un costante lavoro di gestione di queste risorse boschive che sono un elemento fondamentale dell’ecosistema, ma che possono al contempo ridurre oppure aggravare gli effetti di un evento alluvionale – spiega Fulvio Anselmo, Dottore forestale esperto nel campo della pianificazione e riqualificazione fluviale –. È errato considerare i corsi d’acqua come angoli di natura incontaminata da lasciare alla loro naturale evoluzione: Piemonte e Valle d’Aosta sono regioni altamente antropizzate; paesi e città sono attraversate da torrenti e fiumi i cui corsi d’acqua devono essere gestiti, indirizzati e regolati per impedire alle, talvolta, irresistibili forze della natura di provocare danni e vittime. Il non intervento è possibile e auspicabile, ma deve essere pianificato».
Come? Da questo punto di vista le idee di agronomi e forestali sono ancora più chiare. «I soldi ci sono, basta spenderli! Potrebbe apparire strano in questo periodo di crisi, ma uno degli effetti dell’alluvione del ’94 è stata la creazione della legge che obbliga ad accantonare risorse economiche per i piani di manutenzione fluviale affidati alle Comunità montane e in futuro alle Unioni dei Comuni. Sono state create le norme che regolano la questione, sono stati stanziati i fondi da spendere per le opere di prevenzione e ci sono gli specialisti con un ampio bagaglio di conoscenze scientifiche, professionalità ed esperienza. Purtroppo rimane il problema della burocrazia che talvolta rallenta la pianificazione e la realizzazione degli interventi e delle opere. Il mio personale augurio è che, in previsione di possibili abbondanti piogge autunnali, si continui a lavorare per scongiurare potenziali pericoli e rischi per la collettività».
Per ricordare l’alluvione che devastò pesantemente città e campagne, la Protezione civile piemontese, con la collaborazione di Agronomi e Forestali, ha organizzato una serie di esercitazioni su tutto il territorio regionale, consistenti nella pulizia degli alvei di rii e torrenti e nel taglio selettivo di vegetazione che limita il corretto deflusso delle acque verso valle.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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