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Domenica 8 maggio 2011, allo stadio Luigi Ferraris di Genova va in scena il derby della Lanterna tra Genoa e Samp; i grifoni non hanno più nulla da chiedere al campionato, i blucerchiati sono alla ricerca disperata di punti per evitare la retrocessione.

Al minuto 97 il genoano Mauro Boselli da Buenos Aires gonfia la rete sotto la curva dei supporters rossoblu che in estasi gioiscono consapevoli di aver condannato all’inferno della B i doriani.

Domani al Moccagatta si gioca alle stesse condizioni: baratro della retrocessione per i nerostellati, spensieratezza per l’Alessandria,  interessata ai playoff  per onore di sportività, ma vogliosa di riscattare la lunga striscia di prestazioni negative offerte ai tifosi in questa stagione.

La vittoria nel derby manca da sei anni ai Grigi, da quando la punizione bomba di Artico superò Bilucaglia insaccandosi sotto la Nord in delirio, poi solo comodi pareggi, inclusa l’andata di questa stagione quando al Palli finì 1-1  con reti di Curcio e Ferretti.

Il presidente Di Masi sta con i tifosi: “Per questa partita vale solo un verbo, vincere” ; il segno “1” in schedina equivarrebbe a un  requiem per i nerostellati, che sprofonderebbero in classifica.

Il Casale ha l’acqua alla gola , la situazione in classifica e quella societaria sono decisamente negative ma il direttore sportivo Giorgio Danna asserisce che: “I calciatori scenderanno in campo motivati, per garantirsi un futuro che solo i risultati possono assicurare, daremo l’anima”.

In sostanza domani l’Alessandria ha la possibilità di incidere la lapide dei monferrini, velatamente di dimostrare quanti uomini veri vestono la gloriosa casacca grigia, tutto il resto è noia.

 

Nicholas Capra

 

 

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