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Lo scorso 25 febbraio, le organizzazioni di Agrinsieme, il coordinamento tra CIA, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare, con l’Unione Italiana Vini, la Federvini, l’Assoenologi e la Federdoc hanno presentato alle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato una proposta di “Testo Unico della vite e del vino”.
Le organizzazioni hanno elaborato la proposta, innovativa nella sua struttura, per rispondere alle esigenze, fortemente rappresentate dalla base produttiva, di una maggiore chiarezza normativa e di una semplificazione dei procedimenti.
Il susseguirsi di norme dal livello comunitario a quello locale, accompagnate da quelle accessorie esplicative nel corso degli anni ha creato un coacervo normativo molto intricato ed eccessivo, con rischi di interpretazione per competenza più che per merito.

Dalla produzione di uva fino al confezionamento del prodotto finito le imprese devono ottemperare a un numero molto elevato di obblighi di varia natura e devono rapportarsi con una molteplicità di soggetti che spesso non sono coordinati fra di loro, soprattutto per le operazioni di controllo.
La sollecitazione dei produttori per la semplificazione delle norme e la necessità di un alleggerimento della burocrazia ha portato le organizzazioni a lavorare a un progetto comune, rinunciando, in taluni casi, alle proprie peculiarità e mediando le specifiche posizioni in esclusiva funzione dell’obiettivo finale.

Il documento è stato ottenuto innanzitutto armonizzando tre diverse fonti normative: la Legge 82/2006 (Disposizioni di attuazione della normativa comunitaria concernente l’organizzazione comune di mercato (OCM) del vino), Decreto Legislativo n.260/2000 (Disposizioni sanzionatorie in applicazione del regolamento CE n. 1493/99, relativo all’organizzazione comune del mercato vitivinicolo) e il Decreto Legislativo 61/2010 (Tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini).
L’articolato ottenuto è stato poi puntualmente rivisto e ricodificato in base alle richieste delle aziende.
Il Testo Unico è disposto in otto capitoli e disciplina l’attività dell’intero ciclo economico, dalla vigna alla commercializzazione, e le relative implicazioni normative di interesse settoriale e generale, partendo dal presupposto che la semplificazione è un fattore indispensabile per lo sviluppo.
Minori adempimenti garantirebbero alle imprese la ripresa di progetti di ammodernamento, innovazione e ricerca attualmente messi da parte.

Nel contesto globale occorre riflettere sulla limitazione della capacità competitiva dei vitivinicoltori italiani nei confronti di quelli europei e internazionali dove i controlli sono meno della metà, così come i costi di certificazione, e dove spesso un’autodichiarazione è ritenuta soddisfacente.
In senso più ampio, quello che il mondo produttivo chiede è un approccio diverso, più moderno, della pubblica amministrazione nei confronti degli imprenditori e l’instaurarsi di un rapporto per cui l’elemento qualificante non è il “controllo” ma il “supporto” delle attività aziendali.
I risultati ottenuti in tal senso si rifletteranno sull’efficienza dell’azienda e sul suo risultato competitivo a livello nazionale e sempre più spesso a livello internazionale.

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