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Non è facile dire oggi che vendemmia sarà.

Colpa di un clima impazzito che ha fatto scendere lo scorso inverno il termometro sotto i 20 gradi e di un’estate che; con i vari anticicloni dai nomi infernali; ha disidratato le bacche e assetato l’agricoltura.

In tutto questo però una cosa è certa: in controtendenza con il resto d’Italia; in provincia di Alessandria nessuno ha parlato di vendemmia anticipata perché; forse; sarebbe più opportuno catalogarla come “nella norma” o addirittura “tardiva”.

“Possiamo parlare senza dubbio di vendemmia in ritardo rispetto alle ultime annate; dove alcune uve verranno staccate anche con quindici giorni di ritardo: – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni – come sempre molto dipenderà dalle zone di produzione e dalla tipologia; in ogni caso si potrà parlare di un ritorno alla normale tempistica rispetto agli anticipi a cui si è dovuto ricorrere negli anni scorsi”.

Scendendo più nel dettaglio tecnico al momento è possibile dire che gli elevati gradi zuccherini che già si stanno registrando non sono frutto di maturazione avvenuta ma di disidratazione delle bacche e la maturazione avanzerà; effettivamente; da ora poiché sono arrivate le tanto desiderate e auspicate piogge.

Per quanto riguarda la produzione si prevede un calo medio delle uve in provincia che può essere stimato attorno al 30-40% a seconda delle zone.

Dal punto di vista organolettico; al momento; l’acidità totale nelle uve risulta ancora elevata; sintomo ulteriore di incompleta maturazione.

Per quanto concerne le malattie che possono in certe annate attaccare i grappoli; come ad esempio la temutissima muffa grigia; la situazione appare ottimale e gli acini sono generalmente molto sani.

Ma; se la preoccupazione relativa al peso dei grappoli potrà in parte essere superato con l’arrivo delle piogge; resta il dato allarmante dei grappoli emessi dai tralci: quest’anno inferiore del 50% rispetto alla norma. Una conseguenza da non mettere in relazione con le bassissime temperature invernali ma; probabilmente; da imputarsi al clima della scorsa estate; periodo nel quale avviene la differenziazione sui tralci delle gemme miste che “porteranno i grappoli per la successiva annata”.

“Esprimere un giudizio preciso sulle caratteristiche delle produzioni è purtroppo ancora prematuro. La vite ha resistito al clima impazzito. Non si è piegata ai sette anticicloni che hanno infiammato l’Italia da Nord a Sud e una carenza di piogge estive che ha battuto ogni record. – continuano Paravidino e Moroni – Siamo di fronte ad un’annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialità. Per questo non è opportuno fare previsioni; visto che le prossime settimane saranno determinanti. Se nel mese di settembre si avranno temperature adeguate; giuste precipitazioni e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte; è molto probabile che si possa ottenere un ottimo prodotto”.

L’uva che verrà raccolta; sia per l’esiguità della produzione; sia per la sua sanità; dovrebbe quindi risultare eccellente.

Resta l’incognita prezzo. Chiusa la trattativa per il Moscato i costi delle uve si segnalano in salita ma verosimilmente; a causa delle basse rese produttive; non miglioreranno i ricavi ed i guadagni dei viticoltori.

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